Rifiuto autocertificazione: cosa fare

L’autocertificazione permette ai cittadini di redigere dei documenti che garantiscono e accertano la loro identità e le caratteristiche in possesso, oltre che a dichiarazioni di atto notorio nelle quali è possibile attestare la conoscenza di qualità personali e di fatti riferiti anche a persone terze. Ma cosa possiamo fare di fonte al rifiuto autocertificazione?

rifiuto autocertificazione

Gli enti privati hanno la facoltà di accettare o meno le autocertificazioni, mentre per la pubblica amministrazione accettare delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni o delle dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà costituisce un vero e proprio obbligo.

Qualora un dipendente pubblico, un funzionario del pubblico ufficio o un pubblico ufficiale non accettasse il documento di autocertificazione rischierebbe un’importante sanzione e la denuncia per omissione o rifiuto atti d’ufficio. Tutto ciò è sancito dall’articolo 328 del Codice Penale che prevede sanzioni amministrative e penali comprendenti la multa fino a due milioni di euro e la reclusione fino a un anno.

Rifiuto autocertificazione: ecco come far valere i propri diritti

Se una Pubblica Amministrazione rifiuta un documento di autocertificazione puoi far valere i tuoi diritti. Innanzi tutto devi identificare il funzionario responsabile della negazione: a egli devi chiedere il nome, il cognome, la qualifica, il numero di protocollo della pratica e il tipo di procedimento attribuito.

In questo modo la responsabilità sarà inequivocabilmente attribuita ad una persona sola, che è tenuta a rispondere e motivare il suo comportamento. Per questo motivo è importante richiedere anche le ragioni del mancato accoglimento della dichiarazione, per iscritto. Si procede poi a trasmettere il tesserino che riporta gli estremi della pratica al Comitato Provinciale della Pubblica Amministrazione presso la Prefettura del luogo in cui l’autocertificazione è stata rifiutata e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Funzione Pubblica – Roma.

È necessaria una richiesta formale, redatta per iscritto. I lettori interessati a questo tipo di ricorso possono utilizzare il modulo di richiesta chiarimenti per mancato accoglimento dell’autocertificazione presente in questo sito.

Una volta ricevuta l’istanza, il funzionario inadempiente ha 30 giorni di tempo per rispondere, motivando le ragioni che l’hanno indotto al rifiuto della documentazione. Se entro questo lasso di tempo non perviene alcuna risposta, egli rischia le sanzioni descritte nel paragrafo precedente.

La procedura descritta è sufficiente per eseguire un reclamo per mancata accettazione autocertificazione. Non è necessario presentare altro tipo di istanze o querele, bensì in alternativa a quanto descritto, è possibile rivolgersi al Difensore Civico, un’autorità che si occupa di preservare i diritti dei cittadini, qualora essi non vengano riconosciuti dalla Pubblica Amministrazione. Tra i modelli disponibili è altresì presente il modulo di ricorso al Difensore Civico per rifiuto autocertificazione. Ulteriori informazioni sono disponibili nell’articolo: “Il Difensore Civico: competenze e modalità di ricorso”.